Last 10 Posts [ In reverse order ] |
vecchi.difetti | Posted: 2/4/2010, 13:32 [...] solo che adesso ce ne siamo dimenticati. è proprio vero che ricordare è uno strumento fondamentale, sempre! mi unisco ai complimenti alla ily, io devo ancora trovare il coraggio di aggiungere anche solo una sillaba, ma ce la farò, ce la faremo! a martedì, vaàl |
cato | Posted: 9/3/2010, 20:06 ciao a tutti! intanto un grazie a ilaria che sta contribuendo a dare un corpo a questa nostra pagina col mondo: altro che CONFICONI che parla parla e poi... brava!..e tu sai bene quanto amo questa poesia... poi volevo dirvi che ieri sera ho riguardato alla tv un episodio della serie del commissario montalbano (giro di boa): si, lo so che di cosa faccio io la sera più di tanto non vi interessa ma vorrei riportarvi uno scambio di battute tra salvo e il suo amico giornalista -i quali stanno parlando del comportamento di un gruppo di immigrati- che mi ha fatto pensare alle lezioni che abbiamo tenuto nelle classi, in particolare a quando si arrivava a parlare del poliambulatorio di palermo. sorridendo ho pensato che quella di salvo sarebbe stata un'ottima risposta a certi interventi.. "salvo..ma perchè fanno così??" "perchè sono dei povirazzi niccolò: mio padre si ricorda ancora che a stoccarda fuori dai bar c'era scritto VIETATO L'INGRESSO AI CANI E AI SICILIANI. quella volta i povirazzi eravamo noi..solo che adesso ce ne siamo dimenticati.." un abbraccio, caterina |
emergencyportogruaro | Posted: 7/3/2010, 14:31 So che forse, per questi primi interventi nel nostro nuovo blog, vi aspettereste qualcosa di più legato a noi come gruppo. Qualcosa di più personale che arriverà presto, promesso. Nel frattempo, di fronte a certe notizie, non possiamo voltare la testa. I tg non ne parlano, la società comune non ne parla. Il pericolo più grande è che ci abituiamo a quello che sta succedendo: martirio incessate di persone innocenti, di civili, di bambini. Ecco perchè vi invito a leggere l'articolo che trovate al seguente link: http://it.peacereporter.net/articolo/20520/Bambini+di+Marjah Perchè dobbiamo non abituarci, e provare sempre più orrore ed indignazione per tutto questo. La storia di quei bambini, Najib e Naqib, mi ha fatto tornare alla mente una poesia di Pessoa, che abbiamo proposta qualche anno fa nel nostro spettacolo "Storie di infanzia tra musica e guerra". Prendemmo la città dopo un intenso bombardamento Il bambino biondo E' anche per il futuro di questo bambino che Emergency lotta ed esiste. A presto. |