Articolo 11

Colgo l'occasione di uno spunto datomi da una amica oggi pomeriggio.
Mi raccontava di una sua lezione di etica all'Università, durante la quale il prof ha detto: "ditemi uno Stato che non abbia l'esercito".
Ebbene, Stati senza esercito non ce ne sono. Non ce n'è nemmeno uno, in tutto il mondo.
Il commento della mia amica, bello nella sua quasi innocente ingenuità: "ma non siamo un pò cresciuti per fare ancora la guerra? Insomma, i Romani prima, il Medioevo, le Guerre mondiali poi..."

No, sembra non ci si sia ancora stancati della guerra.
Insomma, inutile nascondere che la parola esercito altro non contiene se non la parola guerra.
Possibile il nostro destino debba ad ogni costo intersecarsi con l'ipotesi del conflitto? Non siamo cresciuti abbastanza?

Qualche giorno fa ripensavo a: "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali."

Quanto dovremo aspettare ancora prima che l'Italia ritiri i suoi soldati dall'Afghanistan?
Quanto?

E quanto ancora si continuerà a parlare di missione di pace?
Una missione di pace non si porta con le armi.

Nel 2002 Emergency ha lanciato una campagna: Articolo 11 - Fuori l'Italia dalla guerra.
Sono passati otto anni, eppure questo appello è ancora attuale.

Ed attuale è questa poesia.
A presto, cari.

Dopo la pioggia

Dopo la pioggia viene il sereno
brilla in cielo l’Arcobaleno.
E’ come un ponte imbandierato
e il sole ci passa festeggiato.
E' bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede, questo è male
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un Arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.

Gianni Rodari